Chi fa il pieno al primo distributore italiano di idrogeno?
Per ora sono solo quattro le auto di serie autorizzate a essere alimentate con questo carburante, ma in futuro potranno farlo anche altre vetture.
Sono quattro le prime auto di serie che in Italia dal luglio scorso possono fare il pieno di idrogeno nella prima area di rifornimento aperta dalla ENI a Collesalvetti (Livorno) . Le auto fanno parte della flotta di un’azienda locale e sono al momento le uniche autorizzate a viaggiare a idrogeno e a rifornirsi presso la stazione.
Non si esclude che in futuro anche altre vetture possano essere omologate e autorizzate a partecipare a questo che è un primo esperimento di impiego pratico dell’idrogeno per l’autotrazione e mira a raccogliere dati ed esperienze concrete su questa forma di utilizzo di un gas in grado di sviluppare tre volte il calore della benzina.
La conversione delle vetture a idrogeno è analoga a quella che permette alle auto a benzina di funzionare a gas come il Gpl. Consiste, fondamentalmente, nella modifica della scheda elettronica che gestisce la carburazione e nell’impianto di due bombole per un totale di 150 litri di idrogeno a 200 atmosfere che consentono di percorrere circa 100 chilometri. L’idrogeno consente alle vetture prestazioni solo leggermente inferiori a quelle con combustibili tradizionali. Le emissioni, invece, sono pulite, poichè si tratta di acqua e ossidi di azoto. Questi ultimi, prodotti ineliminabili dei motori a combustione interna, vengono abbattuti entro i limiti di legge da una marmitta catalitica.
In assenza di normative in materia, è stata la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa a dare ai Vigili del Fuoco, che hanno autorizzato l’impianto, i dati sulla sicurezza delle procedure di rifornimento e d’impiego dell’idrogeno che è un gas altamente infiammabile e di difficile gestione. Le conclusioni dello studio sono state molto confortanti.
Grazie alle tecnologie impiegate, alla manutenzione e al controllo costanti su impianto e vetture, l’uso dell’idrogeno non è da considerarsi più pericoloso di quello di altri gas.
Inoltre, la stazione di Collesalvetti è definita Multi Energy, in grado cioè di permettere il rifornimento di vetture a carburanti tradizionali, quali benzina e diesel, ma anche a gas metano, Gpl e idrogeno.
Questo impianto è autosufficiente dal punto di vista energetico e ogni kilowatt consumato è stato ricavato con fonti rinnovabili e pulite. La tettoia della stazione di rifornimento è ricoperta da pannelli solari fotovoltaici in grado di produrre 24mila kilowattora e una turbina a gas è in grado di produrre energia elettrica pulita, con considerevoli risparmi rispetto a quella ottenuta con procedimenti tradizionali. Parte dell’energia elettrica prodotta viene usata per la vita stessa della stazione di rifornimento, quella in esubero serve a produrre l’idrogeno per il consumo
Da Newton n. 10 di ottobre 2006
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Le informazioni sono di Riccardo Trer
Responsabile Sviluppo Carburante e Combustibile ENI, Divisione Refining e Marketing