Il sogno della torre
Ci sono immagini che sostano nella nostra memoria, e alcune ne occupano una porzione privilegiata: sono talune immagini dell’infanzia, particolarmente vive, foto delle più chiare, che non hanno risentito dell’usura del tempo. Talvolta ci si domanda se quelle immagini così stampate nella memoria abbiano avuto una corrispondenza nella realtà, se cioè non siano solo pensieri, o cose sognate; ci si domanda questo perchè si sente dire che può capitare che la mente giochi degli scherzi, alla distanza.
In realtà poi, di solito non abbiamo molti dubbi a che quelle cose sospese nel ricordo siano accadute davvero. Però capita per alcune che il dubbio sia più forte ed io ho questo dubbio soprattutto per una cosa, meglio, per una immagine anzi, direi che quella è la sola, nel bagaglio della memoria, a suscitarmi sempre dubbi; per quanto sia particolarmente viva e ancora capace – alla distanza (se di “distanza” si può parlare, sì, ma quale?)…- di darmi un vero brivido, di emozione, di calore.
Si tratta dunque di questo: io e Laura, mia sorella, “abitiamo” (nel “sogno”?) una torre (bella, che domina un paesaggio sereno); e questa torre è quella che ci diciamo orgogliosamente l’un l’altra essere “la torre della libertà di pensiero”. Abitare in quella torre ci dà il conforto della verità, del giusto essere, ci accomuna e ci fa sentire forti, come un patto tra noi; e ci dà il senso di godere “come di un privilegio”, forse anche perché è una “conquista”.
E abitare nella “torre del libero pensiero” dà anche gioia; e, naturalmente, libertà, un senso sconfinato di libertà; e la chiarezza dei pensieri e la serenità. E infatti il cielo intorno alla torre è terso, l’ora del giorno è un’alba piena, l’atmosfera ideale, la temperatura, tutto…E lo sguardo spazia.
Ma quando ci siamo dette questa consapevolezza? Quando ci siamo scambiate il pensiero o la constatazione, o il proposito di abitare nella “torre del libero pensiero””. Di rimanervi per sempre? Un patto, un vero patto, insomma! Io mi ricordo di una cosa del genere: dev’essere avvenuto un giorno, forse un periodo anche, in cui coincidevano i nostri intenti e i nostri sogni, in cui la differenza dei nostri caratteri era meno marcata e c’era stata una intesa, forse conseguente a un colloquio sereno, consapevole. Una intesa magari momentanea che siamo cosi’ diverse, eppure forte! Come una presa di coscienza, una rivelazione dell’essere simili e del volersi bene e del guardare – dopotutto, nonostante le differenze – nella stessa direzione.
E dobbiamo averne gioito, ed io forse ho concretizzato, materializzato delle parole e un “Sentire” E ho trasformato tutto in un sogno: quello della Torre del Libero Pensiero., che guarda nella pianura verde e grande, in un’alba serena, che poi era la nostra giovinezza.
Germana Pisa
24maggio 2008