Linguaggio povero: una “sobrietà” sospetta
La lingua italiana è molto ricca e consentirebbe di esprimere le sfumature del discorso: il suo appiattimento a favore di un linguaggio impoverito di originalità e fantasia, quanto standardizzato è uno dei segni del nostro tempo frettoloso e superficiale; peccato, perché il non volersi sforzare di cercare il termine più adatto per descrivere ed esprimere impedisce di capire appieno.
Nel caso di titoli di giornale o radio tv o di comunicati questa attitudine a non cercare la parola giusta suggerisce il sospetto che questa scelta sia voluta appieno. Leggiamo un titolo e ci sembra di averlo già letto uguale molte volte e questa è una sensazione che annoia ed irrita; capita ad esempio per una parola molto usata nel nostro inquieto Paese: bagarre.
Un esempio di oggi: il tg regionale lombardo delle ore 14 annuncia – tra i titoli – bagarre alla Camera. Cosa è successo? Avendo avuto già qualche scampolo di lancio di agenzie, ormai avveduti ci prepariamo ad ascoltare che un deputato ha definito “terrorista”una ragazza appena liberata dalla prigionia e il cui torto è di essere tornata vestita di un abito di foggia islamica oltre quello di avere dichiarato di essersi convertita durante il periodo in cui è stata ostaggio .
Molte volte c’è stata bagarre in uno dei luoghi istituzionali di questo nostro inquieto Paese, ma questa volta c’è stato uno scandalo una intollerabile offesa, un oltraggio alla realtà, un insulto terribile alla persona , uno spettacolo folle, una espressione di cattiveria ignobile e…continuate voi come vi aggrada, la lingua italiana è ricca e ci soccorre anche nel poter esprimere adeguatamente una valutazione del fatto.